La Sardegna: storia e tradizioni di un'isola

La Sardegna è la seconda isola per dimensioni del mar Mediterraneo. In generale gode di un clima temperato, con una lunga primavera-estate da aprile sino a fine ottobre. In estate le temperature possono alzarsi notevolmente (luglio-agosto), ma la costa tende ad essere molto ventilata.

È suddivisa in otto province: Cagliari (CA), Nuoro (NU), Oristano (OR), Sassari (SS), Carbonia-Iglesias (CI), Medio Campidano (MD), Ogliastra (OG), Olbia-Tempio (OT).

Magiche foreste di sugheri, alte montagne rocciose, praterie, sorgenti, dune di sabbia bianchissima, stagni popolati da fenicotteri rosa...la Sardegna rappresenta, per la sua fauna e flora, nonché sotto il profilo geografico, culturale e linguistico, un vero e proprio mondo a sé, vario e unico.

Le origini storiche antichissime, i diversi influssi culturali cui è stata soggetta nel corso dei secoli e l'abbondanza di risorse hanno favorito lo sviluppo di una ricca civiltà, che oggi è testimoniata dalla varietà di usi, costumi e dialetti ancora esistenti sull'isola e dai numerosi reperti archeologici.

La Sardegna ha conservato un forte legame con le proprie tradizioni, in particolare religiose. Quasi ogni mese, durante tutto l'anno, sono presenti feste in luoghi diversi dell'isola, anche se la maggioranza di queste ricorrenze cade fra i mesi di aprile e ottobre.

Come in tutte le società a vocazione agricola o agro-pastorale, anche in Sardegna la vita quotidiana era scandita dai ritmi dell'anno agrario. Da queste regole legate alla terra ed ai suoi cicli produttivi sono sorte le feste, vissute come momento di aggregazione, di preghiera, di elaborazione di riti propiziatori per la riuscita delle colture o per placare le divinità in relazione ad epidemie e carestie.

Le prime tracce di vita umana sono state rinvenute in una grotta di Cheremule e risalgono a ben 300.000 anni fa. Sono state trovate intere foreste pietrificate (Perfugas, SS), coccodrilli fossili (Nurra, SS), tronchi di palme (Museo Sanna, SS), a suggerire un paesaggio tropicale molto diverso da quello attuale.

Si ritiene che intorno al 3000 a.C. vi siano state imponenti immigrazioni via mare, provenienti dall'Anatolia che avrebbero dato vita all'affascinante Civiltà Nuragica, il cui elemento-simbolo è costituito proprio dalle grandiose torri troncoconiche, chiamate appunto Nuraghi o Nuraghes nel dialetto locale.

I Nuraghi costellano ancora oggi l'intero territorio dell'isola (ne sono rimasti circa 8000). Tuttavia la funzione precisa di questi monumenti, costruiti con pietre pesanti sino a sette tonnellate ciascuna, rimane avvolta nel mistero. All'interno di tali costruzioni sono state ritrovati preziosi oggetti provenienti da tutto il Mediterraneo.

Il popolo dei Nuraghi praticava il culto delle acque sorgive e venerava i morti, ai quali venivano offerte statuette di bronzo raffiguranti uomini al lavoro, guerrieri, navicelle e altri oggetti di notevole valore artistico. Tali splendidi manufatti sono stati ritrovati un po' ovunque nel Mediterraneo, a mostrare la forte mobilità che caratterizzava questo popolo, i cui resti evocano ancora oggi una brillante civiltà artistica, culturale ed economica.

Intorno all'anno 1000 a.C. i Fenici sbarcarono in Sardegna e diedero vita a intere città sulla costa, come ad esempio Nora, Bithia, Sulcis, Tharros, Bosa, Torres ed Olbia.

Nel 500 a.C. i Cartaginesi, dopo una lunga guerra, conquistarono tutto il territorio costiero. Per quasi trecento anni la cultura Cartaginese si affiancò all'affascinante cultura dei Nuraghi: tracce di questa convivenza sono conservate al museo archeologico di Cagliari.

Durante le guerre puniche l'isola fu occupata dai Romani: in questo periodo la Civiltà Nuragica volse al termine. Le città costiere si ingrandirono e vennero abbellite. Con la decadenza dell'impero romano d'occidente, la Sardegna subì diverse invasioni da parte di Vandali, Visigoti, Bizantini e Arabi.

Nonostante le invasioni, il popolo sardo riuscì a rendersi indipendente, costituendo dei regni autonomi, i quattro "Giudicati" di Arborea, Cagliari, Torres e Gallura; in questo periodo l'isola godette di una rinascita economica e culturale.

La storia dei regni autonomi finì nel 1478, con la sconfitta del Giudicato di Arborea ad opera degli spagnoli.

Dal 1323 al 1720 la Sardegna rimase sotto la dominazione spagnola, assimilandone numerose tradizioni, come le parate folcloristiche di Sant'Efisio, la Cavalcata di Sassari, la festa del Redentore di Nuoro.

Dal 1718 la Sardegna fu assegnata ai Savoia e seguì le stesse sorti dell'Italia nelle lotte per l'unificazione.

La Sardegna, crocevia di popoli di diversa provenienza, possiede un ricco patrimonio artistico e culturale, che assieme all'affascinante paesaggio naturale, la rende una meta turistica di eccezionale interesse.